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Caro Renzi, la Sardegna ha bisogno di risposte, non di inutili passerelle
Il tour turistico di Matteo Renzi continua oltre mare e arriva in Sardegna. Il leader del PD, in Sardegna, non farà il capo treno, dovrà accontentarsi di attraversare le sue tappe in pullman. Caro Matteo, in Sardegna la linea ferroviaria si è fermata 50 anni fa, e resta una super strada che collega il nord e il sud dell’isola. Niente autostrade!
Questa volta la sua gita per l’Italia lo vede costretto a cambiare mezzo di trasporto, e avrei tanto voluto che per prendere l’aereo facesse la normale trafila dei cittadini sardi, i quali per trovare un posto in aereo ormai sono abituati a prenotare il volo con un anticipo di almeno due settimane.
Assisteremo all’ennesima passerella, strette di mano, promesse elettorali con la complicità del presidente Pigliaru e della sua giunta, in un clima di sudditanza che ricorda vagamente il feudalesimo. Oggi in Sardegna ci sarà il sole, non ci sarà la nebbia e Matteo potrà vedere bene che siamo un’isola in mezzo al mare che spesso sparisce dalle cartine geografiche dei suoi ministri in fase di programmazione del suo governo e che ai sardi viene puntualmente negato il diritto alla mobilità. Parlerà di milioni di euro in arrivo per il nostro sviluppo, racconterà qualche barzelletta in fiorentino e poi riprenderà il suo aereo. È arrivato a sorpresa, schierando un imponente servizio d’ordine, per paura di doversi confrontare con i cittadini comuni e purtroppo non incontrerà i nostri disoccupati: il tasso medio dei non occupati in Sardegna è del 18%, il doppio di quello del resto d’Europa.
Non incontrerà i lavoratori in mobilità, i pastori sardi ai quali viene pagato un litro di latte meno che un litro d’acqua, i giovani emigrati, i sindaci dei nostri paesi che si stanno desertificando a causa delle scellerate riforme del suo governo. Non visiterà le aree più depresse ma respirerà l’aria del nostro mare che gli offriamo volentieri perché comunque vada i sardi restano un popolo ospitale e l’isola della sua visita si dimenticherà presto. Ricorderemo solo l’ennesima presa in giro del fiorentino.